La Rivista per l'insegnamento e l'apprendimento delle lingue

2000 - N2

Italiano.ch - lingua, letteratura e cultura in Svizzera
Italiano.ch - Sprache, Literatur und Kultur in der Schweiz
Italiano.ch - langue, littérature et culture en Suisse
Italiano.ch - linguatg, litteratura e cultura en Svizra

Responsabili di redazione per il tema:
Verantwortliche für den thematischen Teil:
Responsables de rédaction pour le thème:
Responsabels per la part tematica:

Gianni Ghisla & Giovanni Mascetti

Sommario
Inhalt
Sommaire
Cuntegn
Index

Ticino e ticinesi doc/AOC/mit Prädikat
Enrico Morresi

L'italiano in svizzera: una panoramica sulle sue forme d'esistenza
Bruno Moretti

Italiano 'di moda' e adozione linguistica nella Svizzera tedesca: valenze moderne di una lingua minoritaria
Rita Franceschini

Tessin - Bilder eines Lebensraums.
Ein Buch von Beat Allenbach

Qualche coordinata storica, politica, geografica ad uso di un adolescente
Pasquale Genasci

Dalle Alpi al mondo intero: gli emigranti e le loro lettere
Giorgio Cheda

Il Grigioni italiano: un mondo da scoprire a scuola
Vincenzo Todisco

I giovani nel Grigioni italiano
Marcello Crüzer, Patrick Giovanoli, Gerry Mottis, Daniele Papacella

Poesia no o poesia sì?
Giovanni Orelli

Von der schönsten Sprache, die es gibt... et pour effacer les barrières imaginaires qui séparent notre pays...
Gianni Ghisla

Bibliografia

La Costa dei Barbari: la lingua alla Radio della Svizzera Italiana (RTSI); una trasmissione apprezzata
Giovanni Mascetti


INSERTO DIDATTICO N. 36 - 4 itinerari ticinesi: proposte per conoscere la realtà ticinese fuori dagli stereotipi turistici
Giovanni Mascetti e Mireille Venturelli


CURIOSITÀ LINGUISTICHE - Curiosità italiane conosciute dappertutto
Hans Weber


BLOC NOTES - L'angolo delle associazioni - Von der Zweisprachigkeit zur Dreisprachigkeit
Pia Effront

BLOC NOTES - L'angolo delle recensioni

BLOC NOTES - Attualità linguistiche - Sprachengesetz und Sprachunterricht: Das Parlament regt sich

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Editoriale

Se il Ticino deve il suo nome semplicemente al fiume che lo attraversa e la libertà ad un atto di grazia napoleonico, la sua cultura, o meglio la cultura della Svizzera italiana, ha radici ben più lontane e profonde - etrusche e celtiche - , che ne hanno fatto fin dall'antichità luogo di incontro di culture, ma anche punto di attrazione e di partenza per innumerevoli artisti, architetti, letterati, rifugiati politici che con la loro genialità hanno contribuito a tesserne l'immagine, presente ovunque in Europa, da Parigi e San Pietroburgo, da Roma alle città del nord. A queste radici hanno attinto coloro che a partire dagli albori ottocenteschi hanno cercato di fare del Ticino e delle valli grigioni italiane un pezzo di "Italia svizzera" o, appunto, di Svizzera italiana, luogo aperto a nord come a sud, soglia che invita ad entrare come ad uscire senza portare in uno spazio chiuso, ma al contrario propensa ad aprire gli orizzonti. Un'eredità che riesce a mantenersi, affidata ai Giacometti, ai Segantini e, in tempi più recenti, ai Botta, agli Orelli e, oggi, anche all'Università della Svizzera Italiana, venuta alla luce dopo più di 150 anni di gestazione. Ma, come tutte le storie anche quella della Svizzera italiana non si salva dai paradossi. Il Novecento, appena dietro l'angolo, con i suoi eventi burrascosi e in particolare con l'evoluzione economica degli ultimi decenni ha appannato non poco l'immagine della Svizzera Italiana, consegnandola agli stereotipi del turismo, alla speculazione edilizia e, in qualche caso, ad una politica votata più al protagonismo personale e all'affarismo che non al senso di responsabilità verso la Polis. Così, quest'immagine veicolata dai massmedia, la si ritrova anche nel resto della Svizzera, non di rado predominante e comunque tale da condizionarne gli umori e le scelte. Non v'è quindi da meravigliarsi se quanto il paese ha fatto per sostenere la lingua e la cultura italiana - e in verità non è poco-, l'abbia fatto con scarsa convinzione, più per ottemperare alle esigenze e ai rituali della politica che non per aspirazione verso una comunità autenticamente mutlilingue e multiculturale.
E i giovani? La loro immagine della cultura e della lingua italiana non può invero essere molto diversa. Eppure, come abbiamo rilevato attraverso un piccolo sondaggio, appaiono atteggiamenti positivi, tesi ad apprezzare la ricchezza culturale che emana dalla Svizzera italiana. Ecco che allora questo numero di Babylonia, inserito nella serie sulle lingue e culture presenti nel nostro paese, acquisisce un senso ulteriore: dare un piccolo contributo per corroborare questa visione sostanziandola con alcune immagini sulla cultura, sulla lingua, sulla storia e, in particolare, completandola con un tassello spesso mancante, quello del Grigionitaliano. L'auspicio è che, in un qualche modo, questo contributo possa essere a misura dei giovani e delle loro esigenze. (red.)

Presentazione
Vorstellung
Présentation

Dopo aver già pubblicato due numeri speciali, uno sul romancio (3/98) e uno sul francese (3/99), Babylonia si dedica ora alla lingua e alla cultura italiana in Svizzera. Il nuovo numero (2/2000) vuole essere un affresco con immagini della presenza culturale italiana in Svizzera a misura di adolescenti. Esso si indirizza in primo luogo ai giovani del resto della Svizzera che intendono avvicinarsi alla lingua italiana per segnalare loro la ricchezza linguistica, storica, artistica e paesaggistica della Svizzera italiana, ma anche per documentare l'importante presenza della cultura italiana oltre Gottardo.
La lingua italiana? "Non è importante, ma nemmeno superflua". Questa è la risposta data da un giovane confederato alla domanda circa l'importanza della lingua italiana per la Svizzera. Il realismo di questa spontanea affermazione rivela pienamente la necessità di un intenso lavoro di informazione e di diffusione per far conoscere la Svizzera italiana e per valorizzare la presenza della lingua e della cultura nel nostro paese.
Il fascicolo, realizzato con il sostegno della Dipartimento dell'Istruzione e della Cultura del Canton Ticino e distribuito soprattutto agli insegnanti di italiano nella Svizzera francese e tedesca, contiene numerosi contributi utilizzabili proprio anche a scuola.

Nach zwei Sondernummern zum Rätomanischen (3/98) und zum Französischen (3/99), ist die neueste Babylonia der italienischen Sprache und Kultur in der Schweiz gewidmet. Gewöhnliche und weniger gewöhnliche Bilder und Repräsentationen des Italienischen in unserem Lande bilden den Kern dieser Nummer, die sich gerne an die Jugendlichen richten möchte, welche Sprache und Kultur aus dem Süden jenseits der Stereotypen kennenlernen möchten. Deswegen wird einerseits insbesondere der sprachliche, historische, künstlerische und landschaftliche Reichtum der italienischen Schweiz aufgezeigt, andererseits wird aber auch auf die wichtige Präsenz der italienischen Kultur nördlich der Alpen hingewiesen.
Die italienische Sprache? "Sie ist nicht wichtig, aber auch nicht überflüssig". So drückt sich ein Jugendlicher aus der deutschen Schweiz auf die Frage nach der Bedeutung der italienischen Sprache für die Schweiz aus. In dieser Antwort steckt viel Realismus. Und sie zeigt die dringende Not nach Information und nach einer stärkeren Präsenz, um die italienische Schweiz mit ihrer Sprache und Kultur besser bekannt zu machen und ihre die ihr gebührende Anerkennung zu verschaffen.
Das Heft wurde mit der Unterstützung des Erziehungs- und Kulturdepartements des Kantons Tessin realisiert und den Italienischlehrkräften in der übrigen Schweiz in einer Sonderaktion verteilt. Es enthält zahlreiche didaktisch verwertbare Beiträge.

Babylonia présente aujourd'hui le troisième volet de la série de numéros spéciaux consacrés aux identités linguistiques et culturelles de la Suisse.
Après le numéro sur le romanche (3/98) et celui sur le français (3/99), voici le numéro consacré à la langue et à la culture italiennes en Suisse (2/2000). Il propose aux lecteurs - avec un angle particulièrement ouvert au regard des adolescents - une fresque illustrant la présence de la culture italienne en Suisse. Il s'adresse aux professeurs et aux jeunes qui s'approchent de la langue italienne dans les autres régions linguistiques, pour leur témoigner la richesse et la variété linguistique, historique, artistique et géographique de la Suisse italienne, ainsi que pour documenter l'importance de la présence culturelle italienne au-delà du Saint-Gothard.
La langue italienne? "Pas vraiment importante, mais pas inutile non plus". C'est la réponse d'un jeune confédéré à la question sur l'importance de la langue italienne pour la Suisse. Le réalisme de cette affirmation spontanée en dit long sur la nécessité d'intensifier l'oeuvre d'information et de diffusion pour mieux faire connaître la langue et la culture de la Suisse italienne et en mettre en valeur la présence dans notre pays.
Ce numéro de Babylonia, réalisé avec le soutien du Département de l'Instruction et de la Culture du Canton du Tessin et distribué surtout aux enseignants d'italien dans la Suisse romande et alémanique, compte plusieurs contributions susceptibles d'être utilisées à l'école.


Articoli

Gli articoli sono scritti nella lingua del titolo, le sintesi sono sempre in una lingua diversa

Beiträge

Die Beiträge sind in der Sprache des Titels geschrieben, die Zusammenfassungen immer in einer anderen Sprache

Articles

Les articles sont écrits dans la langue du titre, les résumés toujours dans une autre langue

Ticino e ticinesi doc/AOC/mit Prädikat

Enrico Morresi

"Sieh dir die Palmen an!" Ja, die Palmen gehören zum gängigen Bild des Tessins und sind zu einem der vielen Stereotypen in Sachen italienische Schweiz geworden. Nur schade, dass sie gar nicht so typisch sind. Sie wurden nämlich vor rund hundert Jahren importiert, um dem südlichen Zipfel des Landes einen Hauch von Ferienparadies zu vermitteln. Damit lässt sich wohl leben, wie mit allen anderen Klischees, die die Vorstellungen nördlich der Alpen beleben. Enrico Morresi, profunder Kenner der Kultur und des Alltags in der italienischen Schweiz sowie gewiefter Journalist, lässt solche Stereotypen spassvoll Revue passieren. An Überraschungen fehlt es nicht, gerade auch was den typischen Tessiner oder die typische Tessinerin betrifft, also jene, die, wie die besten Weine, als doc/AOC/mit Prädikat bezeichnet werden können. (Red.)

Enrico Morresi è nato nel 1936 a Lugano ed è giornalista professionista dal1958. È stato redattore-capo del "Corriere del Ticino" dal 1969 al 1981, autore di documentari per la Televisione svizzera dal 1982 e produttore del magazine televisivo "Centro" dal 1988 al 1992. Dal 1993 alla fine del 1998 ha diretto il Settore parlato della Rete 2 della Radio Svizzera di lingua italiana; ora è libero collaboratore della Rete 2 e di vari giornali. Ha presieduto la Federazione svizzera dei giornalisti dal 1980 al 1982; dal 1994 al 1999 è stato membro del Consiglio svizzero della Stampa. È stato pure membro dal 1984 al 1998 (dal 1988 vice-presidente) della Commissione nazionale svizzera per l'Unesco.


L'italiano in svizzera: una panoramica sulle sue forme d'esistenza

Bruno Moretti

Ausgehend von den Daten der Volkszählung 1990 zeichnet der Autor zuerst ein umfassendes quantitatives Bild des Italienischen in der Schweiz nach. In knapper Form werden die wichtigsten Informationen zur Anzahl der Italienischsprachigen und zum Sprachgebrauch in verschiedenen sozialen Situationen im Tessin, im Italienischbünden und in der übrigen Schweiz kommentiert. In einem zweiten Teil gelangen die Sprachvarianten mit den Dialekten zur Sprache. Dabei werden zentrale Themen aufgegriffen wie die Eigenart des "schweizerischen Italienisch", die Frage der Germanisierung des Tessins und des Grigioni Italiano oder die Problematik der Immigranten. Besonders aufmerksam wird die Situation in der übrigen Schweiz unter die Lupe genommen: Das sprachliche Verhalten der italienischen Immigranten, der zweiten und dritten Generation sowie die Entwicklung des Italienischen zu einer Art lingua franca sind Aspekte eines auffallend lebhaften Sprachphänomens. (Red.)

Bruno Moretti è libero docente presso l'Università di Berna e dirige attualmente il quinto ciclo di ricerche dell'Osservatorio linguistico dedicato al tema dell'italiano formale. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo i recenti Ai margini del dialetto (Locarno 1999) e Le immagini dell'italiano regionale (scritto assieme a Francesca Antonini) dedicato alle dinamiche linguistiche osservabili in famiglie bilingui.


Italiano 'di moda' e adozione linguistica nella Svizzera tedesca: valenze moderne di una lingua minoritaria

Rita Franceschini

Die âMode', Italienisch in der Werbung zu verwenden, nimmt v.a. in den neunziger Jahren zu und prägt somit bspw. das optische Erscheinungsbild der Deutschschweizer Städte nicht unwesentlich. So stehen in Basel italienisch klingende Geschäftsnamen vor französischen; und es ist mitnichten der gastronomische Bereich, sondern der Bekleidungssektor, der dabei mit italienischen Namen hervorragt. Phantasienamen aus Versatzstücken romanischer Sprachen (âdormiente') und deutsch-romanische Mischungen (âbrilleria') sind nicht selten anzutreffen. Den Verwendungen italienischer Namen ist gemein, dass sie Produkte bezeichnen, die Eleganz und Raffinesse vermitteln. Dahinter liegt auch ein Prestigewandel, der das einstige Image einer Emigrantensprache vergessen lässt. Die Welle des âmade in Italy' unterstützt dabei den Prestigezuwachs; andererseits haben nicht wenige Deutschschweizer einige Kenntnisse des Italienischen erworben und benutzen diese Sprache und deren Assoziationen gerne, um eine âWahlidentität' auszudrücken. Diese âMode' der italienischen Benennung ist nur ein Beispiel aus einem weit verbreiteten Kulturphänomen, das Sprachadoption genannt wird: Vertreter einer Mehrheit bauen Kulturelemente in den eigenen Habitus ein und empfinden ehemals als âfremd' gehaltene Elemente als der eigenen Kultur zugehörig.

Rita Franceschini, Prof.Dr.phil.I, Università di Saarbrücken; studi di romanistica e germanistica a Zurigo, Trie ste e Bielefeld; 1986-91: assistente di ricerca, Università di Basilea; 1992: dottorato Università di Zurigo; 1993-1995: titolare della cattedra di "Didattica delle lingue moderne" Università di Bergamo; 1995-2000: docente di linguistica italiana e generale, Università di Basilea; 1999: abilitazione, Università di Basilea; febbraio 2000: nominata professore ordinario presso l'Istituto di lingue romanze a Saarbrücken.Interessi di ricerca: analisi conversazionale, contatto linguistico, code switching, acquisizione di lingue seconde, morfologia, neuro biologia. Ha pubblicato recentemente: Riflettere sull'interazione, Milano, 1998 e Code-switching and the notion of Code in linguistics, in: AUER, P. (ed.), Code-Switching in Conversation, London, 1999.


Qualche coordinata storica, politica, geografica ad uso di un adolescente

Pasquale Genasci

Auf der Suche nach historischen Bildern, die einen anregenden Überblick über die Vergangenheit der italienischen Schweiz, insbesondere des Tessins vermitteln können, hält der Autor vorerst bei den Anfängen der Republik im frühen 19. Jahrhundert an. Er zeigt in knapper Weise die wesentlichen politischen und ökonomischen Bedingungen auf, welche die Entfaltung des modernen Tessins erst ermöglicht haben. Die Verwirklichung der Gotthardbahn stellt die nächste faszinierende Etappe dar: Ihr verdankt der südliche Landesteil die Loslösung von einer ausschliesslich bäuerlichen und in Armut verstrickten Vergangenheit. Die verheissungsvolle Entwicklung findet aber mit der Bankenkrise am Vorabend des ersten Weltkriegs ein jähes Ende. Der Krieg stoppt indes nicht nur das ökonomische Rad der Geschichte. Die politischen Umwälzungen, die er in Italien mit der faschistischen Machtergreifung ausläst, beeinflussen die historische Richtung: Die italienische Schweiz ist gezwungen, sich immer mehr nach Norden auszurichten. Die letzten Jahrzehnte des 20. Jahrhunderts sind vom Aufschwung geprägt, der nach dem zweiten Weltkrieg einsetzte und auch dank der Immigration zu Wohlstand führte. Aber der Kanton Tessin muss eine neue Identität, mit einer neuen Öffnung nach Süden suchen. (Red.)

Pasquale Genasci nasce a Airolo nel 1954. Frequenta gli studi magistrali a Locarno, dove consegue la patente di scuola elementare nel 1975. Si iscrive poi all'Università di Friburgo ottenendo la licenza in lettere nel 1982. Dal 1983 è docente di geografia e storia alle scuole medie di Airolo e Ambrì. Dal 1998 è esperto di storia e civica per la maturità professionale. È membro della Fondazione Pellegrini-Canevascini dal 1981. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni di carattere storico.


Dalle Alpi al mondo intero: gli emigranti e le loro lettere

Giorgio Cheda

La migration est la véritable clé de lecture de l'évolution des sociétés des vallées du Tessin, dès lors qu'aux rythmes millénaires de la transhumance, aux échanges de biens et de prestations entre la montagne et les villes, s'ajoutent l'émigration temporaire et l'émigration outre-mer. Dans l'article, Giorgio Cheda montre qu'au-delà des simplifications d'une histoire trop exclusivement politique, les phénomènes sont liés aux rapports économiques ville-montagne, et aux structures des sociétés. Le développement des centres et les différences de potentiel démographique poussaient les paysans à partir afin d'arrondir les maigres gains d'une agriculture de pure subsistance; le développement des chantiers permettait aux artisans, maçons, plâtriers de partir dans toute l'Europe, où restent nombreuses les traces de leur maîtrise, souvent de leur génie. Et c'est ce même besoin vital, stimulé par les nécessités locales et par la conjoncture internationale, qui provoquera l'émigration outre-mer au XIX siècle, vers la Californie, l'Australie (fruit malheureux de la propagande massive organisée par les spéculateurs confédérés promettant l'Eldorado), les pays de l'Amérique du Sud. Une source extrêmement riche pour la compréhension des conditions de l'émigration et pour une connaissance de l'histoire des mentalités, est représentée par la correspondance des émigrants: des milliers de lettres venant du monde entier permettent de déchiffrer la vie des gens simples, la culture matérielle des populations paysannes, restées trop souvent muettes dans l'histoire. (réd.)

Giorgio Cheda è stato insegnante alla Scuola Magistrale di Locarno. Ha pubblicato, tra l'altro: L'emigrazione ticinese in Australia, Locarno 1976; L'emigrazione ticinese in California, Locarno 1981; Il riso e il sati: Oriente e Occidente tra razionalità e misticismo, Locarno 1992; Dal medèe al dery. Contadine ed emigranti per conoscere la storia del mondo alpino, Locarno 1993; California amara, Locarno 1995; Dalla Russia senza amore. Un emigrante ticinese testimone della Rivoluzione comunista, Locarno 1995.


Il Grigioni italiano: un mondo da scoprire a scuola

Vincenzo Todisco

I giovani nel Grigioni italiano Marcello Crüzer, Patrick Giovanoli, Gerry Mottis, Daniele Papacella

Point de quadrilinguisme suisse sans les Grisons: et sans les quatre vallées italiennes des Grisons, point de Suisse italienne. Trop souvent, en parlant de celle-ci, on ne pense qu'au Tessin. Or, la culture ne tolère pas l'approximation, mais elle requiert la reconnaissance de toute diversité et des raisons historiques de la complexité qui lui donne sa forme. Revendiquer toute son originalité et sa spécificité, pour cette région pluriminoritaire de la Suisse, c'est déjouer l'isolement, c'est un acte de culture. Apprendre une langue, souligne l'auteur, signifie "entrer chez quelqu'un". Voilà ce qui explique la nécessité et l'opportunité de la notion de "langue de rencontre", utilisée aux Grisons pour l'apprentissage de l'italien à l'école primaire, réalisé avec succès ces toutes dernières années.
L'article comprend d'abord une synthèse de la réalité historique et culturelle des quatre vallées italophones des Grisons, pour proposer ensuite un regard sur les activités qui y sont spécialement conçues par et pour les jeunes. (Réd.)

Vincenzo Todisco insegna alla Scuola Magistrale di Coira ed è operatore culturale della Pro Grigioni italiano. Dal 1998 dirige la rivista Quaderni grigionitaliani.


Poesia no o poesia sì?

Giovanni Orelli

Der Autor, wohl bekannt für sein literarisches Schaffen, aber auch mit einer langen Erfahrung als Didaktiker, setzt zu einer angenehmen und anregenden Apologie der Poesie für die Schule an. Zuerst gibt er zwei Ratschläge: Man soll sich nicht davor fürchten, dem Gedicht Zeit und Energie zu widmen, denn Gedichte können gerade für die Schüler befreiend sein. Sodann weist er darauf hin, dass man weder depressiv noch überheblich werden sollte, wenn es um die italienische Schweiz und um die italienische Kultur geht. Es lohne sich vielmehr eine Reise anzutreten, die zur Entdeckung einer poetischen Landschaft auch für sonst nur schwer motivierbare Schülerinnen und Schüler führen kann. Und so taucht hier Giorgio Orelli mit "In poco d'ora" auf, eine melancholische Begegnung im Zuge über den Gotthard - auch in deutscher Übersetzung zu haben. Dort trifft man Donata Berra, die uns mit "Verso un Nord" auf eine lange, herausfordernde Reise schickt. Schliesslich begegnen wir drei weiteren Autoren - Aurelio Buletti, Pietro de Marchi, Fabio Pusterla -, die uns ebenfalls Faszinierendes auf den Weg durch die italienische Poesie mitgeben. Und nun: Gute Reise! (Red.)

Giovanni Orelli è nato a Bedretto nel 1928. Ha frequentato gli studi magistrali, e poi, dopo alcuni anni di insegnamento elementare, l'università a Zurigo e Milano. È stato docente di letteratura italiana al Liceo cantonale di Lugano. Ha pubblicato diversi romanzi, da L'anno della valanga (per il quale ha ricevuto il Premio Veillon nel '64) all'ultimo Gli occhiali di Gionata Lerolieff, appena pubblicato, la raccolta di tre racconti Di una sirena in Parlamento,e qualche raccolta di poesie.


Von der schönsten Sprache, die es gibt... et pour effacer les barrières imaginaires qui séparent notre pays...

Gianni Ghisla

Notre but était de découvrir quelques éléments de l'image de la Suisse italienne (SI) et de la langue italienne chez les jeunes des autres régions linguistiques. Nous avons ainsi proposé un petit questionnaire à plus de 200 jeunes de la Suisse alémanique et romande. Bien évidemment, notre ambition n'était pas tellement de mener une recherche systématique, mais de réunir simplement des impressions directes. Quelles images en est-il résulté? Des images étonnamment positives, bien qu'ancrées comme on pouvait s'y attendre dans des stéréotypes de nature vacancière: le soleil, les palmes, les lacs, etc. Ceci est vrai surtout pour les adolescents de Suisse alémanique, alors qu'en Romandie, où les vacances au Tessin sont moins en vogue, les aspects liés à la mentalité et à la culture témoignent d'une image plus élaborée.
Les associations spontanées accréditent souvent une équation Suisse italienne=Italie. Il est toutefois assez surprenant que les jeunes reconnaissent à l'italien et à la Suisse italienne une signification culturelle et politique qui vaut pour l'ensemble du pays. En effet, certains jugements négatifs et la conscience d'une importance relative de la langue italienne manifestés par certains (un jeune a répondu: "Pas vraiment importante, mais pas inutile non plus"), sont compensés par l'enthousiasme de la plupart des autres, qui voient dans la diversité une source d'enrichissement, apprécient la valeur des minorités et souhaitent la disparition des barrières imaginaires. Il en ressort ainsi un tableau plutôt positif , qui laisse bien augurer pour l'avenir, du moins si les jeunes se montrent en mesure de défendre ces images de l'usure du temps et des clichés simplifiants. Une dernière remarque adressée aux enseignants: il est à l'évidence nécessaire de soutenir l'enseignement linguistique par de la substance et des informations à caractère culturel. Seule une approche vivante et dynamique de la culture et de la langue permettra par exemple aux jeunes apprenants de savoir que l'Italien est parlé aussi dans certaines vallées des Grisons, et de se démarquer des stéréotypes trop faciles.

Volevamo sapere quale fosse l'immagine che i giovani del resto del paese hanno della Svizzera italiana (SI). Con un piccolo questionario, teso non certo a fare un'indagine sistematica, ma più semplicemente a raccogliere impressioni, abbiamo raggiunto più di 200 ragazzi e ragazze nella Svizzera tedesca e francese. Le loro rappresentazioni della SI e della lingua? Sorprendentemente positive, ancorché costruite perlopiù sugli stereotipi di fattura vacanziera: il caldo, il sole, le palme, i laghi, ecc. Ciò vale soprattutto per i teenager della Svizzera tedesca, mentre in Romandia, dove le vacanze ticinesi sono meno en vogue, gli aspetti legati alla mentalità e alla cultura testimoniano di un'immagine più elaborata. Le associazioni spontanee fanno sì che l'equazione SI=Italia abbia un certo credito. Tuttavia è sorprendente notare come, tutto sommato, alla SI e alla lingua italiana i giovani attribuiscano un significato culturale e politico per tutto il paese. Infatti a qualche giudizio negativo e alla consapevolezza di taluni circa l'importanza relativa della lingua italiana (un giovane ha risposto alla domanda corrispondente: "Importante no, ma nemmeno inutile."), fa da contrappunto l'entusiasmo dei più che vedono nella diversità una fonte di arricchimento e, apprezzando il valore delle minoranze per un paese come il nostro, auspicano l'abbattimento delle barriere immaginarie. Un quadro assai positivo dunque, che fa ben sperare per il futuro, perlomeno se i giovani sapranno difendere queste immagini dal logorio del tempo e dai cliché. Un'ultima osservazione all'indirizzo degli insegnanti: appare con evidenza la necessità di corroborare le attività didattiche con sostanza e informazioni a carattere culturale. Solo i giovani potranno avvicinarsi alla lingua come qualcosa di vissuto che è espressione di una cultura viva e dinamica, solo così potranno sapere che l'italiano in Svizzera si parla anche in alcune valli del Canton Grigioni e sapranno difendersi da facili stereotipi.

Gianni Ghisla è membro della redazione di Babylonia.  

 
L'ANGOLO DELLE ASSOCIAZIONI - Associazione per la promozione dell'insegnamento plurilingue

Arbeitsgemeinschaft zur Förderung des mehrsprachigen Unterrichts

Von der Zweisprachigkeit zur Dreisprachigkeit

Pia Effront

"L'Ecole Bilingue" di Ginevra vanta una esperienza di insegnamento bilingue (francese-tedesco) lunga più di dieci anni. Pia Effront riassume i risultati dell'insegnamento bilingue in questa scuola privata ginevrina e, confortata da un bilancio positivo di questa esperienza, postula un'apertura verso il trilinguismo (francese-tedesco-inglese). Nell'ottavo e nono anno di scolarità il 40% delle lezioni è tenuto in tedesco, un altro 40% in francese e il rimanente 20% in inglese. Programmi di scambi e giornate d'incontro completano l'esperienza scolastica dell'insegnamento "per immersione" e contribuiscono all'auspicata educazione alla "multiculturalità", una delle sfide del millennio appena iniziato. (red.)

Pia Effront est directrice de l'Ecole Bilingue de Genève, Présidente du GEB (Groupement des Ecoles Bilingues de la Fédération suisse des Ecoles Privées FSEP). 


ATTUALITÀ LINGUISTICHE -  Sprachengesetz und Sprachunterricht: Das Parlament regt sich

Man erinnert sich: 1996 hat das Schweizer Volk einen neuen Spra chen artikel in die Bundesverfassung aufgenommen (Art. 70). Damit wurden nicht nur die vier Landessprachen definiert und der Gebrauch der Amtssprachen geregelt, sondern insbesondere dem Bund die Kompetenz erteilt, zusammen mit den Kantonen ãÉ die Verständigung und den Austausch unter den SprachgemeinschaftenÉ" zu fördern (Abs. 3).
Es sind inzwischen 4 Jahre vergangen und man wartet immer noch auf ein Sprachengesetz, das die konkrete Umsetzung des Verfassungsartikels ermöglichen soll. Mit diesem Artikel könnten vielleicht auch verbesserte Voraussetzungen für eine Sprachpolitik geschaffen werden, die angesichts der Bewegung in der Sprachlandschaft bitter nötig wäre. Es darf nicht vergessen werden, dass die Bemühungen der EDK mit dem Gesamtsprachenkonzept (Babylonia 4/98) eine inhaltlich-kulturelle Grundlage zu schaffen, Schiffbruch zu erleiden drohen, wenn auf der politischen Ebene nicht endlich der Mut und der Wille zu griffigen Massnahmen gefunden werden. Dabei ist es klar, dass die Kantone, mit Zürich in der Vorreiterrolle, ihre einseitigen Interessen à tout prix durchsetzen wollen und so etliche Bemühungen, der Verfassung Nach haltung zu verschaffen, zu Scheitern bringen könnten. Kaum überraschend ist in diesem Zusammenhang, dass das Dossier zum neuen Sprachenartikel, das beim Bundesamt für Kultur bereits weit fortgeschritten war, auf Betreiben der Kantone neu einer aus Vertretern von Bund und Kantonen paritätisch zusammengesetzten Gruppe anvertraut wurde. Diese Gruppe hat sich zwar an die Arbeit gemacht, aber natürlich verstreicht weitere wertvolle Zeit.
In diesem Sinne ist es bemerkenswert, dass sich im Parlament einige Reaktionen zu zeigen beginnen.
So hat Nationalrätin Cécile Bühlmann, Mitglied des Rates der Stiftung Sprachen und Kulturen, am 23. Juni mit weiteren 50 Unterzeichnenden eine Interpellation zur erwähnten Verzögerung eingereicht. Beinahe gleichzeitig hat Nationalrat Didier Berberat eine parlamentarische Initiative eingereicht, von 65 Parlamentariern mitunterzeichnet, die, in Form eines ausgearbeiteten Entwurfes, eine Ergänzung des erwähnten Verfassungsartikels vorschlägt. Damit sollen die ãKantone dafür sorgen, dass als zweite Sprache jeweils eine der Amtssprachen des Bundes unterrichtet wird." Die Zielrichtung ist deutlich: Eine Amtssprache muss auf jeden Fall Priorität vor dem Englischen haben. Endlich tönen klare Worte aus dem Parlament und es ist zu hoffen, dass dies nicht nur die politische Diskussion aus der Englischsackgasse führt, sondern auch zu raschem gesetz geberischem Handeln anregt.

Im Folgenden veröffentlichen wir den Text der beiden Vorstösse mit der Liste der Unterzeichnenden. Weitere Informationen und die entsprechenden Texte in den anderen Sprachen unter: www.parlament.ch.