La Rivista per l'insegnamento e l'apprendimento delle lingue

Curiosità linguistiche

Textum texere

 

Hans Weber
Solothurn

Tessere un testo, taisser un text (romancio), teixir [tə′Si] un text (catalano), tejer un texto (spagnolo), tecer um texto (portoghese), a ţese un text (romeno): sì, costruire un testo è come tesserlo; textus, il testo, è il risultato di questa tessitura; la parola è formata sulla base del participio passato passivo del verbo texere, quindi “ciò che è tessuto”. La parola textus che significa propriamente “tessuto, intreccio” viene in seguito applicata alla “concatenazione di un racconto” e per finire significa semplicemente “il racconto”. Per tessere questo testo, prima di tutto è necessario individuare quei “fili” che sono le curiosità. Ma come trovarli? Per esempio osservando, durante i nostri viaggi nei paesi del mondo, nei libri, nella nostra testa, e operando confronti. Succede allora che una curiosità ci salta all’occhio: perché texto ecc. ha mantenuto la x latina (salvo nell’italiano che ha l’evoluzione più regolare), mentre lo stesso suono composto /ks/ del verbo ha dato origine a ogni sorta di suoni nelle lingue derivate? Incappiamo nella coppia “evoluzione regolare” vs “prestiti dotti” che riprendono le parole direttamente dal latino classico, ed eccoci catturati dalla storia. […]

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