La Rivista per l'insegnamento e l'apprendimento delle lingue

FINESTRA II - Albanisch nützt uns nichts – eine romanische Sprache sollte man sprechen!?

Wahrnehmung persönlicher mehrsprachiger Ressourcen von Jugendlichen im schulischen Alltag einer Sekundarklasse

 

Eva Hungerbühler
Rheinfelden CH

L’articolo presenta i risultati di una ricerca empirica di carattere qualitativo condotta con sei giovani plurilingui a livello di secondario I. L’obiettivo dell’inchiesta riguardava l’identificazione della percezione da parte dei giovani delle proprie risorse plurilingui e delle possibilità di utilizzarle nel contesto scolastico. I risultati mostrano che i tre giovani che hanno una lingua romanza come prima lingua, la percepiscono positivamente, soprattutto nell’insegnamento bilingue e grazie alle molteplici occasione di transfer lessicale. Per contro, i tre giovani di origine albanese faticano a vedere l’utilizzabilità della loro lingua e, anzi, percepiscono un divario insormontabile tra questa e le lingue della scuola. Dal punto di vista lessicale la loro percezione soggettiva è comprensibile, ma quello lessicale è solo uno dei transfer possibili. Ecco perché, l’esercitazione e l’introduzione di altri livelli di transfer potrebbe essere una possibilità per permettere ai giovani di fare esperienze positive circa il valore della loro lingua prima sia a scuola che nella vita quotidiana.

Der Artikel präsentiert die Ergebnisse einer empirischen qualitativen Unterrichtsforschung auf der Sekundarstufe I mit sechs mehrsprachigen Jugendlichen. Das Ziel der Untersuchung war die Erfassung der Wahrnehmung persönlicher mehrsprachiger Ressourcen und deren Anwendungsmöglichkeiten im schulischen Alltag aus Sicht der Jugendlichen.
Die Untersuchung zeigt, dass die drei Jugendlichen mit einer romanischen Erstsprache ihre Erstsprache als vorteilhaft im schulischen Alltag erleben, besonders im bilingualen (französisch-deutschen) Unterricht aufgrund der vielfältigen Möglichkeiten des lexikalischen Transfers sowohl bei der Rezeption als auch in der Produktion. Im Gegensatz dazu erleben die drei albanischsprachigen Jugendlichen ihre Erstsprache als wenig brauchbar, da in ihrer Wahrnehmung ihre Erstsprache(n) und die Schulsprachen eine unüberwindbare Distanz aufweisen. Bezogen auf den lexikalischen Transfer ist ihre subjektive Wahrnehmung aus linguistischer Sicht gut nachvollziehbar. Diese Transferart ist aber nur eine von vielen. Die Schulung und Einführung weiterer möglicher Transferebenen wäre eine Möglichkeit, die Jugendlichen den Wert ihrer jeweiligen Erstsprache sowohl im schulischen als auch im ausserschulischen Bereich erfahren zu lassen.

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