La Rivista per l'insegnamento e l'apprendimento delle lingue

Einleitung / Introduzione

Einleitung

Introduzione

Michael Koenig schreibt am Ende seines Artikels: “Durch den Austausch von Ideen und die Reflexion der Lehrenden rückt vielleicht das Spielen und das spielerische, kreative Üben im Fremdsprachenunterricht dann auch endlich vom Rand eher an den Ort des Unterrichts, der ihm zusteht: ins Zentrum des Übungsgeschehens”.
Diesem Appell hat sich die Babylonianummer 1/2003 verschrieben.Das Für und Wider des Spiels im Unterricht ist oft genug diskutieret worden. Nicht diejenigen, die es sowieso schon richtig machen, sollen überzeugt werden. Vielmehr geht es um Weitergabe und Austausch, um eine Einladung an alle jetzigen und zukünftigen Leser und Lehrer, sich auf die Vorschläge einzulassen, sie auszuprobieren und weiterzuführen und die verschiedenen Ansätze zu diskutieren.
Alle Beiträge für diese Nummer nehmen diesen Ansatz ernst:
• Je früher man eine Fremdsprache spielerisch lernt, desto weniger “fremd” bleibt sie einem, desto mehr Zeit gewinnt man für andere Sprachen (Patricia Chighini).
• Für Michael Koenig wird die Selbsttätigkeit im FU viel zu wenig thematisiert, und darum plädiert er für die spielerische Umgestaltung von Lernaktivitäten im FU.
• “Regeln und Rituale” im Spiel “permettent à l’individu de devenir un être humain”, sagt Bruno Bettelheim. Der Artikel hält sich an diese consigne. (Annie Fayolle Dietl, Dorothea Lévy-Hillerich).
• Zwei Beiträge und die Didaktische Beilage aus zwei scheinbar verschiedenen Welten (Beruf und Literatur) zeigen, dass der bewusste Einsatz verschiedener Sprachen den Blick öffnet für kulturell ähnliche oder verschiedene Sprachbilder und sprachliche Abläufe.
• Das Spiel,“une idée de plaisir” zeigt, wo überall, von der Schule ausgehend, spielerische Aktivitäten ihren Platz haben (Mireille Grosjean).
• Der Beitrag “Spiele in Lehrwerken“ - “Jeux dans les manuels de langue” weist nach, ob und wie sich M. Koenigs Appell in Schweizer Fremdsprachenlehrwerken niederschlägt (Hannelore Pistorius u.a.).
• Der Titel des Artikels von Annie Fayolle Dietl spricht für sich: “Jeux algébriques ou comment jouer avec le langage”.
• Im Beitrag vom Elisabeth Zurbriggen geht es v.a. um die spielerische Öffnung gegenüber den Sprachen.
Viele kleine Mosaike in verschiedenen Sprachen vervollständigen das Puzzle.
“Stellen Sie die Stühle auf zu einem Zug, steigen Sie ein und machen Sie die “Reise” mit, nicht nach “Jerusalem”, sondern nach “Babylonia”, ins Reich der Sprachen und Spiele!”.

Dorothea Lévy-Hillerich

Nel suo articolo Michael König scrive: “Grazie allo scambio di idee e alla riflessione degli insegnanti forse il gioco e gli esercizi creativi e ludici nell’insegnamento delle lingue potranno finalmente spostarsi dai margini
dell’insegnamento al luogo che gli compete: il centro delle attività didattiche”.
Il presente numero di Babylonia si iscrive in questa prospettiva. I pro e i contro del gioco nell’attività didattica sono stati discussi a lungo. Non si tratta pertanto di convincere chi già li pratica. E’ piuttosto lo scambio che ci interessa e un invito ai docenti affinché prendano sul serio le proposte e provino a realizzarle nel proprio insegnamento.
I diversi contributi di questo numero fanno propria questa sollecitazione:
• a cominciare da M. Koenig che lamentando un’insufficiente valorizzazione dell’attività autonoma nell’insegnamento delle L2, ne propone una vera e propria trasformazione ludica;
• dal canto suo P. Chighini sottolinea l’opportunità di un’apprendimento ludico e precoce, così da favorire l’avvicinamento spontaneo alle lingue e una maggiore disponbilità di tempo;
• “regole e rituali” nel gioco “permettent à l’individu de devenir être humain”, afferma Bruno Bettelheim. L’articolo di A. Fayolle Dietl e D. Lévy-Hillerich tematizza proprio questa consegna;
• due contributi e l’inserto didattico, provenienti da due mondi apparentemente diversi, la letteratura e la professione, mostrano come l’uso consapevole di più lingue apra l’orizzonte per immagini e percorsi linguistici significativi soprattutto dal punto di vista culturale;
• M. Grosjean fa del gioco “une idée de plaisir” e mostra momenti e luoghi di applicazione didattica dell’attività ludica;
• il contributo “Spiele in Lehrwerken – Jeux dans les manuels scolaires” propone un’analisi del ruolo del gioco nei manuali d’insegnamento (H. Pistorius et al.);
• già nel titolo “Jeux algébriques ou comment jouer avec le langage” si avverte l’interesse particolare del contributo di A. Fayolle Dietl;
• gioco e apertura verso le lingue è il tema dell’articolo di Elisabeth Zurbriggen.
Molti piccoli mosaici completano un puzzle. Predisponete le sedie e salite in carrozza: il viaggio vi porterà a “Babylonia”, l’affascinante regno delle lingue e dei giochi.

Dorothea Lévy-Hillerich

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