La Rivista per l'insegnamento e l'apprendimento delle lingue

Diario di un corso TIC

Annapaola Rolf-Bianchi
Ronco s/Ascona

Il corso “Utilizzare le TIC per l’insegnamento delle lingue” della Scuola Club Migros si rivolge a docenti di lingue che hanno già delle competenze di base nell’uso del PC, con un duplice obiettivo: sviluppare le abilità nell’uso del mezzo, ad esempio per impaginare materiali didattici in modo piacevole e professionale o per sfruttare meglio le risorse di internet, e allo stesso tempo mira al transfer delle esperienze fatte con le nuove tecnologie all’attività di insegnante.
Il corso non è un’introduzione all’e-learning, ma è impostato low-tech e si propone di utilizzare gli strumenti che sono alla portata di tutti (Word, email, internet) in modo creativo e collaborativo nell’apprendimento.
Una partecipante ha tenuto un diario di accompagnamento e ha intrattenuto per tutta la durata del corso un vivace scambio via e-mail con i compagni. Ci ha confidato che questa pratica riflessiva le è stata utilissima per ripensare a ciò che faceva, per dare voce e chiarire i suoi dubbi, per scaricare tensioni e per … cantare vittoria. Ecco alcuni passaggi dal suo diario.

2 aprile

Nell’aula di informatica mi sono sentita un po’ persa ieri, così come ci si sente quando si è alle prime armi. A casa per fortuna ho ritrovato la mia sicurezza anche perché tra me e il mio computer c’è un buon rapporto e non ci capita spesso di litigare. Non mi sembra di aver aggiunto molto alle mie precedenti conoscenze. Sono circolati però molti consigli, suggerimenti, io faccio così … e tu come hai fatto …, che penso siano di grande utilità perché aiutano a trovare ed elaborare soluzioni. In complesso ho l’impressione di aver investito un po’ troppo tempo, a parte il grande piacere che ho ricavato dallo scambio con i colleghi. Tra noi é cominciata a circolare una corrente positiva che penso porterà frutti a livello pratico ma anche e soprattutto umano.

4 aprile

Mi piacerebbe condividere ed elaborare con il gruppo una rubrica che potrebbe chiamarsi Vorrei sapere come …, vorrei sapere perché…, dove raccogliere le nostre domande e scambiarci le nostre conoscenze in materia. Trovo importante non limitarci a interagire con il computer per approfondire la materia.
Ho deciso di tenere una registrazione di tutti i miei movimenti in internet legati allo sviluppo del corso. L’ho chiamata in onda. Voglio fissare le tappe, gli ostacoli che incontro, le scoperte che faccio navigando. Per rintracciare e ripercorrere itinerari utili. Voglio segnarmi le ispirazioni che mi vengono quando sono in crociera e il modo in cui potrei svilupparle per i miei corsi.

15 aprile

Ho trovato l’andamento della seconda giornata di seminario molto più fluida della prima. Si sa che gli inizi sono sempre i più difficili. Mettere in moto una macchina umana è un’operazione complessa, non basta far clic per far partire un percorso di apprendimento. C’è stato un buon equilibrio tra il tempo trascorso in aula e quello in aula di informatica.
Anche se per ora non ho ancora migliorato in modo decisivo la qualità dei miei prodotti, mi rendo conto che anche tutti i più piccoli tentativi, il lavoro a vuoto, le perdite di tempo, i passi falsi mi avvicinano sempre di più al mio obiettivo. Sono un continuo incentivo ad occuparmi di queste tecnologie di uso quotidiano per cercare di conoscerle e sfruttarle sempre meglio e più professionalmente.
E’ basilare essere capace di trasferire un foglio di lavoro o un esercizio in modo che arrivi a destinazione nella sua impaginazione originale. Io ho tutta una serie di strategie personali per creare i vari effetti che probabilmente farebbero rizzare i capelli in testa ai nostri esperti! Ma mi metterò di buona lena nei prossimi giorni per mettere in pratica i suggerimenti e le indicazioni del corso e svolgere un lavoro più professionale.
E’ stato bello guardare e leggere i profili dei compagni. Leggo nella presentazione di una mostra “… per sapere chi siamo e dove stiamo andando occorre conoscere da dove veniamo, è importante recuperare il passato per dischiudere il futuro …” Mi sembra sia stato così anche per noi. Per trasportare la foto nella mia presentazione ho sudato le classiche sette camicie. L’operazione mi è riuscita e il procedimento mi sembra chiaro. Ma ho bisogno di ancor maggiori certezze anche se so che si impara per trial and error. [...]

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