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Italiano: lingua “straniera”?

 

Sara Alloatti | PH Zürich

L’article suivant souhaite lancer une discussion sur les alternatives possibles et praticables à la désignation, en didactique des langues, de «langue étrangère» en tant que terme qui peut faire référence, selon les cas, à une langue nationale. Les solutions proposées ici vous convainquent-elles? Avez-vous de meilleures propositions?

Italiano: lingua "straniera”?
Ovviamente no, è una lingua nazionale, risponderanno alcuni. Certamente sì se ci riferiamo a determinati contesti di apprendimento, affermeranno altri, rifacendosi a una terminologia diffusa nella didattica delle lingue. Essa prevede che così sia chiamato l’italiano appreso, per esempio, nelle scuole pubbliche della Svizzera tedesca, francese e romancia, in un contesto di apprendimento “formale” o “guidato” (al pari del “français langue étrangère” appreso in territorio elvetico non romando, o del “Deutsch als Fremdsprache” in territorio non germanofono). 

Non potrà non saltare all’occhio che, in italiano e in francese, i termini “straniero/étranger” rimandano inequivocabilmente al concetto di “extranazionalità”, mentre il tedesco “Fremd-” può limitarsi a intendere il ‘non usuale, non locale, sconosciuto’. Perciò, considerando l’intensità dei dibattiti politico-educativi sulla posizione dell’italiano nel sistema scolastico svizzero dell’ultimo decennio in particolare, non si può ignorare il problema posto da una dicitura che crea un’ambiguità ovunque si incontrino addetti ai lavori in ambito glottodidattico e politico. 

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