La Rivista per l'insegnamento e l'apprendimento delle lingue

Tre anni di Portfolio Europeo delle lingue in Ticino

Andrea Biniszkiewicz
Bellinzona
Carla Borsetti
Canobbio
Francesca Pace
Locarno

In den Tessiner Berufsschulen ist das ESP seit drei Jahren obligatorisch.
Allgemeine Anerkennung findet es in der Aufwertung sämtlicher Spracherfahrungen sowie als Grundlage für eine einheitliche Sprache unter den Lehrpersonen.
Eher problematisch ist das Obligatorium.Viele Schülerinnen und Schüler sehen den Nutzen des ESP-Ordners nicht ein und stehen metakognitiven Tätigkeiten skeptisch gegenüber. Auch wundern sie sich, dass die Referenzniveaus des Europarates weder in den Schulzeugnissen noch im–Europäischen Lebenslauf erscheinen.
Um das Image des ESPs in den Schulen zu verbessern, schlagen die Autorinnen vor, eine buntere, lebendigere und handlichere Version zu schaffen und für die Lehrpersonen ein Handbuch vorzusehen, das die Grundgedanken des ESPs verdeutlicht und beispielhafte Lektüren, Unterrichtsaktivitäten, Schülerprodukte, usw. auf den verschiedenen Niveaus vorstellt. Die Schüler würden anfangs nur einige wenige Arbeitsblätter erhalten und das eigentliche ESP im Laufe der Jahre mit Hilfe der Lehrkräfte selber aufbauen.
Ausserdem erscheint eine Zusammenarbeit mit dem Schweizerischen Qualifikationsbuch erstrebenswert, da dieses ähnliche Ziele verfolgt.

Il Portfolio europeo delle lingue (PEL, modello svizzero N1.+1 per 15+) è diventato obbligatorio nelle scuole professionali ticinesi a partire dal 2001. Una quindicina di docenti implementatori, hanno frequentato un corso di formazione organizzato dalla Divisione della formazione professionale sotto la guida della prof.ssa Pia Gilardi-Frech, e a loro è stato affidato il compito di distribuirlo e di spiegarlo sia agli apprendisti/allievi sia ai colleghi di lingue seconde del proprio istituto. Gli allievi/apprendisti coinvolti sono stati finora circa 4000.
Un’esperienza interessante ma non sempre facile nel variegato mondo delle scuole professionali svizzere che offrono vari percorsi di formazione a tempo pieno o parziale con l’ottenimento di un attestato federale di capacità, scegliendo il diploma e/o la maturità commerciale, tecnica, artistica e socio-sanitaria. In Ticino le lingue straniere che vengono studiate sono francese, tedesco e inglese, la cui obbligatorietà varia da un tipo di scuola all’altro. Ci si muove generalmente dal livello A1 al B2 e la fascia d’età degli allievi/apprendisti va dai 15 ai 20 anni; bisogna però ricordare che ci sono sempre più adulti che per varie ragioni riprendono gli studi e sono inseriti in corsi diurni o serali.
Comune denominatore della maggior parte di questi discenti è la scarsa propensione e/o abitudine alla (meta)riflessione.
Dopo tre anni di lavoro con il PEL è tempo di fare qualche piccola considerazione di bilancio: come in ogni esperienza ci sono stati, e ci sono tuttora, aspetti positivi e aspetti più problematici. Qui di seguito riportiamo quelli che ci sono sembrati i più significativi.

Aspetti positivi

  • Il Portfolio delle lingue viene generalmente riconosciuto come uno strumento che invita a valorizzare le proprie esperienze in campo linguistico, a documentare il proprio percorso di apprendimento, a riflettere su quanto fatto e su come si sono raggiunti certi risultati, ad auto-valutare le proprie competenze, a mettere in evidenza tutte le realtà socio-culturali con le quali si è venuti in contatto, a stimolare lo studio di lingue nuove, a rendersi conto di quanto si fa e si deve fare quando si impara una lingua;
  • il PEL aiuta a valorizzare la presenza in sede degli allievi alloglotti e tutta la ricchezza socio-culturale che ne deriva. A questo proposito sono stati presentati diversi progetti di sede sul tema (vedi esempi sul sito PEL riguardante il Ticino: http://pp.ispfp.ch/mp/nuova pagina 32htm);
  • alcune schede del PEL svizzero come la Descrizione dell’esame, la Scala globale per la classificazione di esami e diplomi, le Informazioni sull’insegnamento permettono quella trasparenza utile e dovuta agli allievi e ad eventuali interessati;
  • molti allievi, quando verificano un’attività svolta con i diversi descrittori di livello, comprendono di “aver fatto qualcosa” e di avanzare nel percorso di apprendimento; una riflessione retrospettiva su di esso può essere motivo di soddisfazione;
  • il Quadro Comune Europeo e il PEL hanno favorito un linguaggio comune fra docenti di L2 per quanto riguarda la preparazione di lavori semestrali, di esami finali e dei programmi di istituto. I criteri di valutazione e i livelli da raggiungere - questi ultimi fissati per il settore professionale a livello federale - vengono anch’essi espressi in termini PEL;
  • la valutazione delle conoscenze di una lingua secondo la Scala globale dei livelli è utilizzata anche da molte scuole di lingue che propongono test di accesso e il passaggio da una classe all’altra avvalendosi della terminologia PEL. [...]

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