La Rivista per l'insegnamento e l'apprendimento delle lingue

Inclusion and Elemental Music

Shirley Salmon
Salzburg A

Alcuni lettori saranno forse sorpresi di scoprire in questo numero dedicato alla didattica dell’insegnamento delle lingue in gruppi eterogenei un articolo conclusivo sull’inclusione e la musica. Shirley Salmon, una collega inglese che ha lavorato per molti anni con bambini e con adulti a Salzburg e a Graz, vi descrive la teoria e la pratica delle idee di Orff sulla formazione inclusiva, applicabili anche alla didattica delle lingue straniere. L’autrice offre una rapida introduzione all’insegnamento del compositore tedesco Carl Orff che non era stato pensato dapprima per allievi handicappati ma per persone di età diverse e di diversi livelli di competenza. Egli mirava a esplorare vari percorsi, personali o di gruppo, in cui teatro, danza, movimento e musica conducono ad espressioni artistiche personali scoperte individualmente o in gruppo. L’improvvisazione e la partecipazione sono di primaria importanza. Un handicap in una data area può essere compensato da compiti diversi che permetteranno all’individuo di utilizzare le sue idee e i suoi talenti in vista di un risultato collettivo. Cantare e recitare sono attività che offrono molte possibilità a bambini con competenze e esigenze diverse.Tutto ciò può sembrare idealista e teorico ma Salmon offre esempi di adattamento a vari strumenti musicali che possono essere trasposti all’insegnamento delle lingue. Lo scopo centrale della ricerca di Orff è di permettere al bambino di esprimere le sue idee e i suoi sentimenti personali. In secondo luogo si tratta di aprire la strada della creatività e dell’espressione artistica di modo che ognuno si senta parte di un gruppo, evitando così l’isolamento o l’esclusione. Il fatto di dare a ogni bambino la possibilità di portare il suo contributo ad un lavoro di gruppo sfruttando i suoi talenti personali è fondamentale per qualsiasi tipo d’insegnamento inclusivo.

Some readers might be surprised to find that this issue, which concentrates on language teaching in groups of mixed ability, ends with an article on inclusion and music. Shirley Salmon, an English colleague who has been working with children and adults in Salzburg and Graz for many years, describes the practice of Orff’s concept as well as didactical principles of inclusive education – knowledge that is also useful for language teaching.
Orff-Schulwerk is an educational approach that was not specially conceived for work with disabled children or adults but for people of all ages and abilities. In Orff-Schulwerk elemental music and dance provide different forms of playing, singing, speaking, movement and dance that lead to personal artistic expression with solutions found individually, with partners or in a group. Multi-sensory experience, play and improvisation are particularly important as well as participation. A disability in one area can be compensated by smaller or larger tasks that allow the individual to use his/her own ideas and talents and so contribute to the whole piece. Here, play-songs can provide many opportunities for children with different abilities and needs. This might at first sound idealistic and theoretical but Salmon provides examples such as the adaptation of musical instruments – ideas that can be also be adapted for use in language teaching. A central focus in the Orff approach is the search for possibilities for the child to express his/her thoughts and feelings. A second focus is to open the pathways to creativity and to artistic expression so that each individual with his/her individual talents and needs experiences him/herself as a part of the group thereby avoiding being left out or isolated. Creating opportunities for each child to play a relevant part in group work and bringing contributions using their individual talents is important for all inclusive teaching.

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