La Rivista per l'insegnamento e l'apprendimento delle lingue

La Svizzera, un paese tra plurilinguismo e multiculturalità

Elena Grisafi Favre
Neuchâtel

Lorsqu’on pense à la Suisse, une des premières choses qui nous vient à l’esprit est qu’on y parle beaucoup de langues: l’allemand, le français, l’italien et le romanche pour ne nommer que les quatre langues nationales. Les données du dernier recensement de la population élaborées par l’Office fédéral de la statistique permettent aujourd’hui de disposer d’un véritable panorama linguistique de la Suisse. En 2000, 63,7% de la population déclare l’allemand comme langue principale (langue dans laquelle on pense et que l’on sait le mieux), 20,4% le français, 6,5% l’italien et 0,5% le romanche. L’amélioration très nette de l’intégration linguistique des étrangers est l’une des grandes tendances des années 90. Les langues nationales de la Suisse se sont renforcées et revitalisées grâce au principe de la territorialité. Parallèlement, on trouve en Suisse un nombre croissant de personnes issues d’un contexte linguistique non national. Le plurilinguisme progresse, et cela n’est pas sans effet sur les langues nationales. La distribution des langues non nationales a fortement évolué depuis 1990. La part relative de l’espagnol, du portugais, du grec, du turc et de l’arabe a diminué, par suite de retours au pays et parce qu’une partie des immigrés établis a changé de langue. L’albanais (trois quarts des albanophones proviennent du Kosovo, un quart de la Macédoine), le russe, les langues africaines et plusieurs autres langues ont sensiblement progressé. En 2000, la Suisse comptait en tout quarante langues parlées par plus de mille locuteurs (langue principale).

Quando si pensa alla Svizzera, una delle prime cose che vengono in mente, è che in questo Paese si parlano molte lingue: il tedesco, il francese, l’italiano ed il romancio per citare solamente le quattro lingue nazionali.
Il plurilinguismo, e le interazioni multiculturali che da esso ne derivano, sono quindi elementi essenziali della Svizzera che ha fatto di questa sua ricchezza una caratteristica portante dell’identità nazionale.
Da qui deriva l’importanza attribuita dalla Confederazione alla tutela del plurilinguismo: la promozione e la difesa di questo aspetto indica da un lato la volontà di consolidare la coesione interna del Paese, affermandone l’identità e dall’altro il desiderio di salvaguardare le minoranze linguistiche presenti sul territorio.
Per avere un’idea chiara dei poliedrici comportamenti linguistici in territorio elvetico si è dovuto, in primo luogo, rilevarli e ciò è stato possibile grazie ai dati forniti dal censimento federale della popolazione del 2000 ed elaborati dall’Ufficio federale di statistica. (Tab. 1)
La lingua è uno strumento di comunicazione ed uno dei mezzi principali per veicolare e diffondere cultura e tradizioni di un determinato Paese o regione: è chiaro quindi come un’indagine statistica a livello nazionale, che ha come compito quello di rilevare il maggior numero di informazioni su di uno stato e sui suoi cittadini, debba senz’altro prendere in considerazione gli idiomi della popolazione, soprattutto in un paese come la Svizzera che ha fatto del multilinguismo una delle sue caratteristiche peculiari.
Il censimento del 2000 ha messo dunque in evidenza alcuni concetti molto importanti nel panorama dei comportamenti linguistici della popolazione residente in territorio elvetico.
In generale, per quanto riguarda gli idiomi nazionali, è possibile costatare che la maggioranza della popolazione (63,7%) ha indicato il tedesco come lingua principale (per lingua principale si intende la lingua nella quale si pensa e che si conosce meglio), seguita rispettivamente dal francese (20,4%), dall’italiano (6,5%) e dal romancio (0,5%).
Dal censimento si evince inoltre che l’evoluzione delle lingue non nazionali è rimasta costante (9,0%) rispetto al 1990 (8,9%). [...]

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